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Isabella D’Isola – Passo a due con Nureyev

/Isabella D’Isola – Passo a due con Nureyev
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Isabella D’Isola – Passo a due con Nureyev

12,00€

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COD: 978-88-943369-2-4

Descrizione prodotto

Isabella D’Isola, Passo a due con Nureyev. Racconti di filosofia della danza
2018, 100 pagine, € 12.00

Collana FUORI DAL SACCO

Un danzatore è il suo corpo, plasmato, modificato, sottomesso alle leggi del movimento – e della stasi – che ne costituiscono la caratteristica principale. È un corpo la cui stessa vita consiste in una temporalità diversa da quella dei corpi degli altri uomini. Parafrasando Heidegger e usando le sue tesi metaforicamente, si potrebbe dire che la consapevolezza dell’essere-per-la-morte del ballerino è superiore a quella degli altri uomini, se per essere-per-la-morte s’intende, in questo caso, l’acquisizione della temporalità come modalità più propria dell’esistere. Una cosa è un uomo, un’altra cosa è il ballerino, il cui tempo è molto più breve di quello del primo. C’è una differenza fra gli uomini/ballerini e le donne/ballerine: per un individuo maschio il tempo dell’essere ballerino, non oltre i
quarant’anni circa, è più breve del tempo di una donna/ballerina. La consapevolezza della finitezza dell’essere ballerino ha mosso fin dall’adolescenza le scelte di Nureyev, il cui corpo pareva non essere particolarmente adatto alla danza. Se alla consapevolezza della ridotta temporalità si aggiunge successivamente quella della malattia, il tempo si contrae ulteriormente perché quello del ballerino e quello dell’uomo si fondono insieme, provocando un’urgenza esistenziale del tutto particolare. L’autenticità a cui aspirava consisteva nella realizzazione di ciò che per lui era più proprio, l’essere danzatore, l’essere un corpo in movimento. Il senso della temporalità limitata si è mescolato con il senso di un’eternità determinata dalla bellezza a cui rimanda ogni esecuzione perfetta.

Nureyev ha assunto l’essere-per-la-morte vivendo ogni attimo danzato come se fosse l’unico, avendo la consapevolezza che la danza è la più effimera fra le arti: apparentemente sempre uguale a se stessa ma sempre diversa, poiché diverso il modo in cui lo spettatore la guarda, diverso il modo in cui viene dato il movimento. Il variare degli stati d’animo, delle emozioni, dei sentimenti fanno sì che il balletto sia mutevole pur essendo uguale.

I racconti pubblicati in questo libero sono ambientati in contesti e tempi diversi della vita di Nureyev, i riferimenti alle sue attività e ai suoi balletti sono veritieri, ma non le trame dei racconti. Raccontando a se stessa di lui, l’autrice ha cercato di capire in che modo la sua vita, così tumultuosa, ribelle, pervasa dalla bellezza della danza, affascini e coinvolga coloro che sono amanti sprovveduti della coreutica e attenti osservatori di vite straordinarie.

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