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Franco Fergnani, La coscienza e il vischioso. Aspetti del pensiero di Jean-Paul Sartre
2024, 76 pagine, € 7.00
A cura di Patrizia de Capua
Collana I SEMI
Il vischioso seccando si attacca, muore mummificando. Il vischioso dis-gusta. Dis-gustare significa corrompere il gusto. Non a caso Fergnani ricorda le pagine de L’essere e il nulla in cui Sartre, dopo aver dichiarato che «il vischioso è veramente un simbolo dell’essere in cui il per-sé è assorbito dall’in-sé», disegna una breve fenomenologia dei gusti, capaci di rivelare «i progetti fondamentali della persona». Le predilezioni alimentari hanno un senso: scegliere un certo cibo significa affermarne il valore, e ad un tempo appropriarsene «per
distruzione». Quella distruzione assimilatrice svela una materia strutturata «che possiamo assimilare o rifiutare con nausea, secondo il nostro progetto originale». Le ultime pagine de L’essere e il nulla rinviano al romanzo del decennio precedente (La nausea), dove il carattere contingente dell’esistenza veniva illustrato come «esorbitanza greve, appiccicosa, dolciastra, ondeggiante (flottant)».
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